Rivista DRUM Club
NANA VASCONCELOS, ANTONELLO SALIS e PEPPE CONSOLMAGNO, per
la prima volta insieme sul palco. Storia di un incontro visto dietro
le quinte.
Testo di: Ferdinando Boeder, editing di Rossana Pasturenzi Foto di: Nathalie Matteucci, Adriano Gasparini
Nana Vasconcelos ed Antonello
Salis avevano già suonato assieme, quasi venti anni fa: un incontro
sfociato con "Lester",
l’album uscito nel 1988 per Luglio 2004. Quello di Vasconcelos, Salis e Consolmagno, è un trio che si fonda sulla duttilità, sull’inventiva melodica e sulla naturalezza, tramite cui i tre musicisti plasmano ogni frammento delle loro esperienze ed influenze musicali. Il loro mini tour italiano si è articolato in una settimana fantastica, impegnativa ed altamente emozionante. Un incontro che si è rivelato particolarmente intrigante, fra composizione e improvvisazione, a cavallo fra tradizione e modernità. Nana Vasconcelos arriva in Italia Nana arriva a Roma il 13 luglio nel tardo pomeriggio. Ad aspettarlo nello splendido hotel romano in pieno centro ci sono il suo manager brasiliano e Peppe Consolmagno, insieme alla sua famiglia. Grandi abbracci, grandi sorrisi: più tardi tutti a cena. Problemi organizzativi hanno costretto Nana ad arrivare in Italia un giorno dopo il previsto e …privo di due flight case! Ansia e nervosismo aleggiavano nell’aria ma, dopo numerose telefonate ed email, la questione viene risolta. I flight cases vengono ritrovati a Parigi e spediti all’aeroporto di Roma giusto in tempo per le prove. Le prove Il
14 luglio 2004 è una giornata impegnativa: è necessario recuperare
il tempo perduto. Il mattino il trio si dedica alle prove nella sede
invernale del Jazz Club Il workshop Brevissima
pausa e, alle Terminato il workshop, l’appuntamento è presso la sede Rai romana. Nana, Peppe e Antonello partecipano a la “Stanza della Musica” (trasmissione del palinsesto di Rai Radio Tre Suite), per quasi un’ora di registrazione. Lo Studio M, aperto per l’occasione e per il volere del conduttore- regista Stefano Roffi, è ben attrezzato, dotato di un bel pianoforte Fazioli, inaugurato, per coincidenza proprio quella sera, da Salis. Il conduttore particolarmente emozionato, propone una serie di domande a Nana, ad Antonello e a Peppe ed i tre musicisti mostrano tutto il loro carattere scherzoso e aperto. Vengono eseguiti cinque brani: una piccola anticipazione del concerto romano, previsto il giorno successivo. Il concerto al Fandango Jazz Festival 15
luglio 2004. Fandango Jazz Festival, Arena Estiva de I brani Apre la serata Nana Vasconcelos con due suoi brani: O Berimbau e Vamos pra Selva. Il primo, come suggerisce il titolo, è uno splendido solo di berimbau, strumento che Nana è il primo al mondo ad utilizzare in questa forma e di cui è riconosciuto specialista. Nana stesso dice: “non so perché, ma sono stato il primo a sviluppare un playng con questo strumento che oggi è divenuto il mio primo strumento. Tutto quello che faccio viene dal berimbau…” Dal canto suo, Vamos pra selva è un gioco di loop di voci e richiami che conduce il pubblico nella foresta amazzonica. Quella foresta che, una gran parte dello stesso popolo brasiliano non conosce e che Nana ama definire: “riserva di vita e di sapienza”. Con il suo gong va sfumando, mentre entra Peppe Consolmagno con uno strumento magico, il disco armonico (una specie di steel drum modificato) dando vita ad un dolcissimo brano ritmico-melodico Lion Heart, dedicato a Leonardo suo figlio di 2 anni. Entra Antonello Salis che raddoppia con la sua fisarmonica (Fisapiano Excelsior a 120 bassi…) con il fischio e con il pubblico che esulta. Si aggiunge Nana con il suo talking drum e il brano prende forma. Il gioco delle tre voci, l’uso del delay di Nana e di Peppe assieme ai tre strumenti sembra di stare di ascoltare un’orchestra. Poi ecco un solo di piano ad opera di Salis: da una situazione apparentemente caotica si passa ad un più delicata. E’ Lester, un brano che Salis dedica a suo figlio, nonché l’album di Nana e Antonello del 1988. E’ la volta di Uekke, Uekke, brano appena abbozzato, di Peppe caratterizzato da un ritmo funky e una voce armonizzata. Nana con il suo talking drum e voce, gioca con il ritmo di Peppe: poi, porta la musica su Nogales, un brano di Salis al piano dal clima mingusiano, nato come ballad ma in questo caso suonato più latin. In questo brano Peppe suona il peco-peco, (un reco-reco brasiliano opportunamente da lui modificato e stravolto nel suo essere). Il secondo tempo è aperto da Peppe Consolmagno con Lua, una sua composizione in cui utilizza numerosi piatti di diverse dimensioni, disposti quasi a formare un albero. Tutto si basa sull’esaltazione e l’inseguimento degli armonici di ciascun piatto ed essi, uniti alla voce, stando ad occhi chiusi, danno l’impressione di ascoltare una tastiera. Verso la fine, entra Nana con la cassa del suo Batecum (una sorta di batteria fatta con tamburi di legno del Maracatù Pernambucano) che, dopo alcuni momenti giocosi con i suoni di Peppe, trasporta la musica in una dimensione diversa: quella solare, divertente e trascinante di Caribe Dreams un ulteriore brano di Salis, impegnato alla fisarmonica. Poi una triade di assoli di Nana con i brani Recife, Sol e Chuva. Come dire? Un Nana in grande forma. Nana ama fare le cose con gli altri: lo ritiene estremamente positivo. Il Brasile è un paese in cui la musica è per tutti e, in particolare, lui adora parlare della fonte di energia, di ispirazione e sapienza, che è l’Amazzonia. La sua sonorità è straordinaria, sostiene Nana, ci sono gli uccelli, gli animali, naturalmente, ma lui sente altre cose: la sonorità della pioggia, l’incontro tra le gocce d’acqua e le foglie degli alberi quando cadono nel fiume Amazonas. Nana ama tradurre la sonorità della natura con i suoi strumenti a percussione. “Il fiume Amazzonia ha una sonorità che il nostro timpano non può captare”, sostiene Nana, “un coro di voci basse che non si fermano mai, come l’acqua del fiume, mani che battono in maniera casuale a creare la pioggia...” le stesse che, alla fine del brano Chuva, acclamano Nana. Il concerto prosegue con un bel solo di piano di Salis che confluisce su Manaus un brano di Consolmagno in cui egli gioca con la sua voce e suoi loop, ed Antonello si inserisce splendidamente. Tanta dinamica, poi ecco l’ultimo brano, Loro. E’ stata una sorpresa anche per Nana quando Antonello propone di inserirlo nella scaletta. E’ uno dei più interessanti brani di Egberto Gismonti, in cui Peppe suona due grandi udu, un’innovativa soluzione percussiva, mentre Antonello, con la sua fisarmonica, rende il giusto merito ad un brano così trascinante. Il bis è affidato a un brano della tradizione brasiliana, quel Marinheiro che mette tanta allegria negli occhi ricchi di esperienza di Vasconcelos, Salis e Consolmagno che, ora, scendono dal palco e salutano il loro pubblico esultante..
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luglio 2004. Festival I Suoni
delle Dolomiti. Tra i pascoli disseminati di rocce levigate di
Passo Coe (Folgaria) a quota
Giuseppe) PEPPE CONSOLMAGNO Link in italiano: Home page | Biografia | Progetti | Didattica | Concerti Live! | Interviste | Stampa | Foto | Cd | News | Links English links: Home page | Biography | Projects | Teaching | Live Concerts ! | Interviews | Press | Photos | Cds | News | Links
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