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Jazz
Convention
27 Maggio 2005
Peppe
Consolmagno - Dal punto verso lo spazio libero
Peppe Consolmagno - Timbri dal mondo
Peppe Consolmagno, Antonio Marangolo - Kalungumachine
Peppe Consolmagno, Nana Vasconcelos, Antonello Salis - Vasconcelos_Salis_Consolmagno
Ishk Bashad - Live at Womad 2001
Cajù Records, 2005
Scelto un punto su un piano è possibile tracciare infinite rette
passanti per esso. Inoltre preso un altro punto del piano, esiste
una di queste infinite rette che lo congiunge al primo punto scelto.
Questi due enunciati della geometria euclidea si possono applicare
senza troppi artifici al mondo musicale di Peppe Consolmagno.
Le infinite linee sono rappresentate dagli strumenti utilizzati, dai
contesti, dalle sperimentazioni e dalle invenzioni, dai linguaggi
musicali e dai compagni di viaggio, dalla voglia di inserire frasi e
linee anche semplici su una ricerca sonora che spazia dagli
strumenti più antichi alle possibilità offerte dai mezzi
tecnologici più moderni. Voce, tamburi e piccoli strumenti di
coccio, effetti e distorsioni, strumenti a corda.
Il percorso dei quattro dischi propone Peppe Consolmagno alle prese
con un enciclopedico catalogo di suoni e intenzioni. Quattro lavori
che propongono il musicista alle prese con la creazione e
l'evoluzione dei brani, dei suoni, che vengono ripercorsi nei
diversi dischi, dove il nostro è impegnato da solo, in duo, in
trio, in quartetto, ma sempre alle prese con esperimenti musicali e
incroci di suggestioni che si sovrappongono per creare un corpus
unico e assolutamente personale.
Timbri dal mondo si sposta con fulminea precisione in una
esplorazione dei suoni più antichi che provengono principalmente
dal Brasile, ma diviene anche un giro solitario delle suggestioni
ancestrali del mondo attraverso l'utilizzo del berimbau, dei flauti
brasiliani e delle conchiglie, delle percussioni più disparate,
dell'amplificazione della voce e dei rumori. La sfida è quella di
riuscire a dare credibilità all'interpretazione dei mille accenti
del pianeta declinati e rivissuti per mezzo degli strumenti che nel
corso dei secoli le culture e le società hanno utilizzato per
esprimersi, muovendo dalla propria persona, dalla propria storia e
dalla tradizione verso l'esterno... il punto dal quale passano le
infinite rette, ognuna con la propria direzione, ognuna con la
propria specificità, che coprono tutto il piano. Il fascino dei
suoni e la meraviglia delle sensazioni richiamate dai lunghi sibili
e dai rintocchi che si diffondono in Lua, brano di straordinaria
intensità lunare, diafano nella sua struttura, greve, misterico e
ipnotico nelle sue atmosfere, la brillante e spensierata vena di
Uekke, Uekke e di Xarà, il lirismo di Picolè e di Encontro das
Aguas.
Il lavoro in duo, Kalungumachine, affianca i sassofoni e le
sperimentazioni di Antonio Marangolo al vissuto musicale di Peppe
Consolmagno. Incrociare le esperienza creative di due musicisti
abituati a non percorrere la stessa strada due volte, a spostare,
sia pur di un centesimo di grado, la direzione del proprio sguardo
per scoprire, trovare, sorprendersi con ogni esecuzione.
Kalungumachine, con la fotografia all'interno, ci svela la
rappresentazione visiva della strumentazione di Peppe Consolmagno:
una distesa di oggetti di provenienza varia, su un tappeto, vasi,
campane, piatti, recipienti, conchiglie, bacchette di foggia
particolare, dai nomi affascinanti. Lo stesso si può dire di
Marangolo: oltre al sax tenore, si cimenta con il baflaphone e con
l'harmonizer, l'antico e il moderno. Il tono di Kalungumachine è più
scuro, più riflessivo, riesce, in un certo senso, a rivestire delle
tensioni metropolitane la voce degli strumenti esotici, in una
unione di sensazioni che si sprigionano dai capi diversi del mondo,
soprattutto nel brani che da il titolo al lavoro, in Klee e in
Kobaltus, tracce composte a quattro mani.
Vasconcelos_Salis_Consolmagno è stato registrato in
occasione del concerto tenuto dal trio nell'estate del 2004
nell'ambito del Fandango Jazz Festival a Roma. La creazione di un
suono, la costruzione di un dialogo meno convenzionale in un
territorio ibrido di ricerca sulle tradizioni e sui comportamenti
che si esprimono attraverso la musica, di ricerca sui suoni e sugli
strumenti, porta i musicisti in una regione che non è solo richiamo
etnico, non è solo ricerca di forme costituite e costituibili, non
è solo espressione delle proprie personalità e delle radici: una
regione che possa essere contemporaneamente tutto questo. Dubito che
abbia un senso stabilire se questo sia jazz o no, diventa
sicuramente più significativo stabilire la volontà ferrea di
ricerca di un linguaggio che unisca ed esprima il sentire del
musicista. In Vasconcelos_Salis_Consolmagno la presenza di tre
personalità forti e votate naturalmente a spostarsi tra contesti
diversi spinge molto in avanti i punti di riferimento e l'utilizzo
delle voci e della fisarmonica aggiunge una dimensione narrativa
alla musica. Ancor più che negli altri lavori, la voce diventa
protagonista, muovendo in tutto lo spettro dei sentimenti, dalle
urla degli animali della foresta, dai rumori della natura
dominatrice incontrastata, ai suoni dolci di Lion Heart. Il
pianoforte sviluppa in modo ulteriore la dimensione del racconto e
si inserisce, in questo percorso di movimento e ricerca, con gli
episodi in piano solo di Vinho Branco e Vinho Tinto, con il ruolo
importante in Lester e in Nogales, con la predisposizione alla
sperimentazione propria di un musicista come Antonello Salis.
Ishk Bashad, Live at Womad 2001 è la registrazione del
concerto tenuto dal gruppo al Womad Festival di Palermo organizzato
da Peter Gabriel. Pianoforte, oud, percussioni, violini, voci... Il
Mediterraneo è il luogo dell'incontro di Mouna Amari, Enzo Rao,
Giuseppe Grifeo e Peppe Consolmagno, le musiche senza tempo delle
tradizioni popolari che percorrono le coste di questo mare,
simbolica terra di mezzo che unisce e divide popoli e civiltà. É
il disco che presenta la musica più strutturata secondo canoni e
stili, nella quale la volontà di ricerca viene esplicitata nel
recupero e nell'utilizzo della tradizione, nella sintesi e nella
ricerca dei topos che accomunano le espressioni delle diverse
influenze che si sono succedute e confrontate nel corso dei secoli,
nell'impasto delle motivazioni e dei racconti secondo gli
arrangiamenti e le interpretazioni dei diversi musicisti. La
presenza di strumenti a corda, come il violino e l'oud, la voce che
si dispone ferma e malinconica a guidare lo sviluppo della musica,
le percussioni meno libere che negli altri progetti, pur mantenendo
intatta la propria cifra stilistica.
Registrazioni effettuate nel corso di dieci anni, dal 1994 al 2004,
che coprono la storia e le evoluzioni del discorso musicale di Peppe
Consolmagno, ma che riportano anche dei viaggi effettuati alla
ricerca delle radici musicali e degli strumenti, che testimoniano,
con le fotografie, delle emozioni provate avvicinando le ragioni
concrete della storia e del divenire del mondo, anche di quella parte
di mondo che spesso rimane sconosciuta e che è più legata alle
esperienze naturali e immediate dell'uomo sulla terra, dell'uomo in
rapporto con la Natura.
Giuseppe) PEPPE CONSOLMAGNO
Strada Serre, 7 - 61010 Tavullia (PU),
Italy, Tel/Fax: 0721 476230 - Cell.3388650981 - e-mail: info@peppeconsolmagno.com
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