“L'unità
e gli incontri, infatti, animano le pagine di questo capitolo. Andremo a
cogliere musicisti e progetti che hanno proprio questo intento nello
sviluppo
dei
propri lavori. Peppe Consolmagno porta, nei suoi dischi e nei suoi
concerti,
il
risultato di una insaziabile curiosità, rappresentata da una serie
infinita
di
incontri, con sonorità e musicisti: attitudini ed espressioni filtrate
attraverso
le percussioni e i tanti strumenti suonati. «Mi sono sempre mosso con
la
semplicità e la coerenza, con la libertà e l'amore per la natura - i
suoi
colori,
i sapori e profumi - con la manualità e il rispetto delle esperienze,
con
l'osservazione e il perfezionamento. Mi piace essere curioso, conoscere i
materiali,
le fibre e le tecniche di costruzione. E questi elementi li ho sempre
utilizzati
nella mia vita sia per la costruzione della mia casa che per la
costruzione
dei miei strumenti musicali. Non mi sono mai riconosciuto negli
strumenti
musicali che esistono in commercio, ho sempre avuto la necessità di
capirli,
di conoscerne la provenienza, come e con cosa sono realizzati, la loro
intonazione
e la maniera con cui vengono suonati. Da qui l'esigenza di adattarli
al
mio modo di fare musica o, il più delle volte, di costruirli. Il mio
punto di
partenza
è stato il suono. Sono nato a Rimini e ho vissuto a Pesaro per tanti
anni:
qui la cultura musicale è un po' circoscritta e poco stimolante. Quindi
cercare
altrove, magari lontano, è stata da sempre una mia forte necessità,
soprattutto
cercare di arricchire la propria persona, di creare un proprio
carattere.
Non mi è mai piaciuto fare una cosa esattamente uguale all'originale:
mi
è sempre piaciuto invece tradurre, trasportare, mettere insieme,
identificare,
riportare tutte le informazioni che acquisivo viaggiando,
studiando,
scrivendo, nel mio bagaglio di esperienze per poi personalizzarle.
Pur
innovando, si deve sempre essere rispettosi della tradizione, che è una
cosa
profonda.
È un peccato dimenticare o peggio non considerare quello che già è
stato
fatto prima di noi. Ti puoi sentire innovativo e invece scopri di essere
solo
una brutta copia. In sostanza, si perde un sacco di tempo
utile e si creano
false
illusioni. Ci sono tante persone che sono un fiume di idee, ma saperle
realizzare
e renderle speciali è un dono di pochi.»
Anche
nell'affrontare la musica del Mediterraneo, in progetti come Ishk Bashad e
l'Orchestra
Orizzontale, Consolmagno cerca una propria traduzione. «Non suono
esattamente
la musica del Mediterraneo, ma inserisco il mio modo di sentirla,
con
molto rispetto e attenzione: volo in libertà da un punto all'altro
portando
una
parte di me per creare una cosa nuova. In Ishk
Bashad ci sono due
palermitani,
il pianista Beppe Grifeo e il violinista Enzo Rao, e una
tunisina,
la
cantante e suonatrice di oud Mouna Amari; io sono nato a Rimini, ma
sono per
metà
campano: tutti e quattro abbiamo esperienze differenti e, quando ci si
incontra,
sono quelle a chiacchierare tra loro. L'Orchestra Orizzontale nasce,
come
il Quartetto Orizzontale, dalla mente di un altro siciliano, Antonio
Marangolo,
abile sassofonista, nonché scrittore e pittore. In questa formazione
si
incontrano le culture del sud con quelle del nord, come dire "la
testa a
nord,
il cuore a sud".». In Ishk Bashad, in particolare, si incontrano oud
e
pianoforte,
gli strumenti intorno ai quali si sono sviluppate le tradizioni
musicali
arabe e occidentali, tradizioni che, alla fin fine, hanno spesso
attinto
agli stessi materiali. «Il pensiero di Beppe Grifeo, prosegue
Consolmagno,
è di fare incontrare il sultano della musica araba e il re della
musica
occidentale. C'è la voglia di sperimentare come la rigidità strutturale
del
pianoforte possa interagire e sposarsi con la fluidità e la flessibilità
delle molteplici modulazioni sonore delle corde dell'oud. E non va
dimenticata,
infine,
la modalità di approccio ai due strumenti da parte di un uomo e di una
donna.
In realtà, ogni strumento appartiene ad un determinata cultura e deriva
da
questa il suo suono e il suo modo di essere suonato. Sono fatti con
materiali
semplici,
ma per arrivare ad un suono eccellente e distinguibile, ci vuole un
lavoro
raffinato e una lunga storia. In alcuni paesi esiste proprio la filosofia
del
"gesto musicale", che porta intere famiglie a dedicarsi alla
costruzione
degli
strumenti musicali. Il musicista è rispettato e lo strumento è amato:
suonare
male uno strumento tipicamente "religioso" è come bestemmiare.
Conoscere
i
materiali vuol dire cercare, studiare, viaggiare, incontrare persone,
culture,
tradizioni,
confrontarsi e integrarsi, rispettare e apprendere. Sono questi gli
ingredienti
della vita, basta assemblarli in maniera coerente.» “
Fabio Ciminiera
www.myspace.com/lerottedellamusica
"Le rotte della musica".
Ianieri edizioni 2009
Giuseppe) PEPPE
CONSOLMAGNO
Strada Serre, 7 - 61010
Tavullia (PU), Italy, Tel/Fax: 0721 476230 - Cell. 3388650981 - e-mail: info@peppeconsolmagno.com
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