Interviste
MUSICLETTER
Settembre 2018
"Peppe
Consolmagno,
ovvero
l'arte di creare il suono"
di Luca D'Ambrosio
Foto di Luciano
Serafini e Andrea Parisi
Nato a Rimini nel 1958,
Peppe Consolmagno utilizza strumenti in gran parte autocostruiti con
materiali recuperati nei suoi viaggi, come la zucca, il bambu', il legno e
il metallo. La sua musica attinge a piene mani dalle culture extraeuropee,
dal Brasile all'Asia passando per l'Africa,
ma che hanno in comune il medesimo linguaggio: il suono.
Il
suono come centro del mondo e della vita che Consolmagno non hai mai smesso
di indagare, esplorare e vivere in maniera totalizzante. E
proprio questo suo atteggiamento "assoluto" verso la musica ci ha
incuriosito a tal punto da andarlo a disturbare per saperne qualcosa di piu'.
Buona lettura. (La redazione)
Intervista
a Peppe Consolmagno
Ci racconti
chi e' Consolmagno e come nasce il tuo amore per la musica?
Sono un musicista che usa tutto quello che ha per creare emozioni, a cui
piace fare musica senza compromessi, di andare oltre gli stili. Che ama
inseguire il suono, stanarlo, inventarlo, danzarlo, animarlo. Che adora l'ispirazione
momentanea, l'aspetto creativo, lo scambio di emozioni, il suonare con
persone aperte e disposte a mettersi in gioco.
Il mio lavoro di ricerca nasce dalla curiosita' che ho sempre avuto verso i
materiali, le fibre che costituiscono gli strumenti e dalla necessita' di
entrare in stretto rapporto con loro. Lo strumento musicale va considerato
come un oggetto sonoro, che ha la sua storia e per questo motivo mi piace
lasciar parlare i miei strumenti e far cantare le parole. La voce come
equilibrio, il silenzio come musica, il suono come emozione e il ritmo come
pulsazione. Sono queste le linee che tracciano il mio percorso musicale.
Viaggiare, vivere la natura e i suoi spazi, incontrare persone con le loro
storie, usanze, accenti. Vivere le cose semplici in una moltitudine di
complessita', ascoltare e captare al volo quello che c'e' nell'aria perche' c'e' e portarlo in musica.
Cos'e' per
te la musica e qual e' il tuo rapporto con essa.
La musica e' un modo di vivere. La vita e' suono. Per me il suono e' un
mezzo di dialogo e di espressione personale che occupa uno spazio sacro e
necessita farlo respirare. La mia vita e' basata tutta sul suono, sugli
strumenti che in gran parte mi costruisco e la voce che e' il primo vero
strumento. Ci sono due considerazioni che mi hanno sempre guidato nel mio
percorso musicale: la miglior musica e' il silenzio, meno note piu' musica!
Nel mio modo di fare musica una parte importante e' esprimermi attraverso i
simboli. Un qualcosa in cui mi identifico. I simboli hanno un valore
evocativo, sono diverse dimensioni di senso che non si limitano a un
messaggio univoco, che permette a chi ascolta di sentirsi libero di entrare
e risvegliare proprie emozioni profonde.
Non mi e' mai piaciuto suonare uno strumento e limitarlo a un solo ruolo. L'interazione prima di tutto deve avvenire con il proprio strumento,
dialogare con esso, lasciarlo parlare e rendere comprensibile quello che
stai facendo.
Non e' facile nella vita di tutti i giorni, ma suonare ti concede il
privilegio e l'occasione di poter esprimere la parte migliore di te
stesso. Ascoltare e trovare il proprio spazio indipendentemente dalla
situazione, di portare in musica il tuo modo/mondo e sentirsi liberi. In
questa maniera possono nascere incontri unici. Non scindo l'uomo
dall'essere musicista, salire sul palco e' un atto di grande responsabilita', il pubblico va onorato, omaggiato, rispettato che va
lasciato libero alle sue sensazioni.
Secondo te,
oggi, come funziona la musica?
Non funziona affatto bene, la musica e' e deve essere un modo di vivere, non
un optional! Deve far parte del quotidiano, bisogna viverla, solo cosi' si
riesce a fare in modo che sia parte di te. La musica e' creativita',
mettersi in gioco, relazionarsi con gli altri, interagire con gli altri,
sapere misurare sapientemente gli ingredienti che hai a disposizione,
rapportarsi con la spazialita', il gesto, il corpo, il suono, il silenzio,
far diventare le piccole cose delle grandi cose.
Oggi, ma da troppo tempo purtroppo, anche i musicisti fanno in modo di far
funzionare male la musica. Poca originalita', scarsa voglia di esplorare,
raro incontrare forti personalita', tutti fotocopia di altri, comodi nel
proporre cover e formazioni non originali. Adagiarsi su quello che gli viene
chiesto senza proporsi per quello che si e' o si vorrebbe essere.
E' pur vero che oggi suonare ed essere pagati (questo e' il vero problema)
e' diventato difficile, tutti vogliono tutto pagando poco o non pagando
affatto, a questo punto bisogna farsi valere, far valere la propria
professionalita', quando si e' costretti ad accettare a poco e' perche' ci
sono "colleghi" che vanno a suonare a volte anche pagando e questo non
va bene.
Su cosa stai
lavorando recentemente?
Continuo dedicarmi al ricordo di Nana' Vasconcelos, tanti ne parlano ma
pochi lo conoscono davvero. Il mio rapporto con lui e' nato qualche decennio
fa e prosegue ancora oggi nonostante che sia morto ormai da due anni. Sono
in stretto contatto con la sua famiglia e do il mio contributo nella maniera
che Nana' avrebbe gradito e sono certo che gradisce.
C'e' un progetto molto interessante a cui tengo molto: "Dal
Mediterraneo al Brasile sulla rotta delle Sirene" un racconto per
immagini e suoni di Patrizia Giancotti con il sottoscritto. Patrizia
Giancotti e' una persona davvero speciale, antropologa, fotografa, story
teller, autrice e conduttrice per Rai 3, giornalista con piu' di cento
reportage pubblicati e cinquanta mostre fotografiche nel mondo, scrittrice.
La nostra avventura e' nata un anno fa a Reggio Calabria nella splendida
cornice dell'Arena dello Stretto in occasione del magnifico festival "Reggio
chiama Rio".
Ho iniziato e ripreso collaborazioni con musicisti e cantanti interessanti e
sono certo che verranno fuori cose belle. Mi sto dedicando alle mie musiche
e in questi giorni alla mia solo performance "Anime Sonore" in
dialogo con le sculture e le installazioni realizzate dall'originale
Matteo Nasini. La mostra "Neolithic Sunshine", prima personale di Nasini
in una istituzione museale italiana, e' stata interamente concepita per la
Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive di Pesaro.
Cosa sogna
Peppe Consolmagno per il futuro?
Continuare a fare cose belle con altri, fare sempre incontri stimolanti. Non
mi interessa in quale direzione (sono passato dalle musiche elisabettiane
del '600, al rock, dalle variazioni di Goldberg alla musica di autore,
dalla poesia alla scultura, dalla musica per bambini al jazz, musica senza
confini), l'importante e' poter essere libero e sempre ben collocato.
Prima di
salutarci, ci consigli tre dischi da ascoltare assolutamente?
Sono cose che ho nel cuore e che sto rivivendo per varie coincidenze proprio
in questo periodo: "Sanfona" di Egberto Gismonti e due
dischi che mi riguardano direttamente, ovvero "Timbri
dal Mondo"
e "Nana'
Vasconcelos. Antonello Salis, Peppe Consolmagno".
Luca
D'Ambrosio
MUSICLETTER
Settembre 2018
Giuseppe) PEPPE
CONSOLMAGNO Strada Serre, 7 - 61010
Tavullia (PU), Italy, Tel/Fax: 0721 476230
- Cell. 3388650981 - e-mail:
info@peppeconsolmagno.com
Link in italiano: Home page | Biografia | Progetti | Didattica | Concerti Live! | Interviste | Stampa
| Foto
| Cd |
News
| Links
English links: Home page |
Biography
| Projects | Teaching | Live Concerts ! | Interviews | Press | Photos
| Cds
| News |
Links
|